Terapia Mézières presentata  da Jean-Marie Drouard
 
 

« Quando in una stupenda mattina di primavera, nel 1947, vedemmo entrare nel nostro studio una paziente che presentava una cifosi dorsale molto accentuata, eravamo ben lontani dal pensare che la nostra professione  e il destino di molti malati stava per cambiare.

Si trattava di un soggetto longilineo, molto alto e magro. Un corsetto di ferro e di cuoio aveva causato non il rallentamento atteso del progresso, decisamente inesorabile, del suo male, ma delle ecchimosi sulle anche e attorno alle spalle, in più sette vertebre erano esposte al vivo come pure l’angolo inferiore delle scapole. Eppure la malata non si lamentava, era venuta perchè non poteva più sollevare le braccia nè lavorare.
Provammo, naturalmente, gli esercizi di « correzione » e il lavoro dei dorsali in modo da rafforzare gli « estensori » della schiena, ma la rigidità era tale che non era possibile fare nulla.

Stendendo allora il nostro malato a terra, in decubito dorsale, spingemmo sulle spalle e vedemmo, con grande stupore, prodursi una enorme lordosi lombare, mentre durante l’esame in piedi la nostra paziente aveva rivelato soltanto una cifosi dorsale.

Per evitare di aggiungere un male a quello già esistente, ribaltammo indietro il bacino portando le ginocchia all’addome e, ancora con nostro grande stupore, vedemmo evidenziarsi un’enorme lordosi lombare così accentuata che arrivava alla nuca, con la testa che si rovesciava all’indietro, senza che fosse possibile riportare il mento vicino al collo.

La porta della verità era davanti a noi, completamente spalancata, ma nel dubbio e non credendo ai nostri occhi, ripetemmo più volte l’esperimento, e alla fine davanti ad una collega.

Alla fine, certi che i nostri occhi non ci ingannavano, fu necessario trarre delle conclusioni per stabilire il trattamento.

Quindi, poichè la correzione della cintura scapolare provocava una iperlordosi lombare e che questa, impedita, si rifletteva sul collo, dovevamo riconoscere , per questo caso, ciò che adesso consideriamo come una legge :


  1. la muscolatura posteriore si comporta come un solo muscolo, se un segmento si accorcia, l’insieme si accorcia, se un segmento si allunga, l’insieme si allunga.


E così anche che, l’allungamento della curvatura lombare si traduceva in un accorciamento della curvatura cervicale, e la legge è:

  1. questa muscolatura posteriore è troppo corta perché troppo forte


Adesso sappiamo che gli arti inferiori hanno lo stesso comportamento e che questi agiscono sulla colonna vertebrale di modo che il cavo popliteo rappresenta per noi una terza lordosi fisiologica.


Estratto dalla conferenza « Metodo Mézières e funzione del simpatico » Ottobre 1971

« quello che annunciamo come  legge » :


  1. la muscolatura posteriore si comporta come un solo muscolo, se un segmento si accorcia, l’insieme si accorcia, se un segmento si allunga, l’insieme si allunga


  2. questa muscolatura posteriore è troppo corta perché troppo forte.

Storia della scoperta di F. Mézières